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Revigliasco

BENVENUTI A REVIGLIASCO

Partendo da Asti e percorrendo la strada pianeggiante che scorre ai piedi delle colline e a breve distanza dalla riva sinistra del Tanaro, giungiamo, dopo solo 7 km dal capoluogo di provincia, a Revigliasco.
 
Superati i due tornanti della salita che porta al paese, scorgiamo l'abitato che si sviluppa compatto sul dorso della collina, dominato dall'imponente mole della chiesa parrocchiale e dall'elegante e allo stesso tempo robusto campanile che si eleva al suo fianco. Revigliasco è conosciuto come "il paese delle ciliegie".
 
Lo spettacolo che le sue colline riservano al visitatore, sia nel periodo della fioritura sia in quello della maturazione dei frutti, appare veramente eccezionale.
 

Ma Revigliasco non è solo il paese delle ciliegie: malgrado il regresso dell'agricoltura, esistono ancora aziende che producono vini pregiati da vigneti posti in zone particolarmente vocate - già dall'antichità - alla viticoltura.
Oltre alle produzioni agricole e alle bellezze paesaggistiche, il paese riserva al visitatore anche altre sorprese di tipo storico, architettonico e artistico.
Da piazza Vittorio Veneto, andando in direzione di Celle, oltrepassato il Borgo di san Martino, ci si trova, dopo avere percorso un breve tratto di strada in aperta campagna, sul colle del Cimitero, sul luogo dove sorgeva in antico il paese. Il colle merita una sosta per la sua posizione, forse la più bella del paese, dalla quale si può godere un bellissimo panorama che, nelle giornate limpide, permette di abbracciare quasi in un unico sguardo l'ampia valle del Tanaro, e le colline di Langa e Monferrato.

Proseguendo la "strada della Serra", la strada verso Celle, si toccano le case Merlone e si passa dietro alla cascina del Castellero (conosciuta anche con il nome di villa Boero), già dei conti Roero di Revigliasco, poi degli Isnardi di Montà. Oltrepassato il poggio del Castellero e il gruppo di case di Rivoira Bassa, si comincia a intravedere tutta la zona collinare che degrada verso la valle del Barbare, le colline del Sandamianese, di Cisterna, del Roero ... e, oltre ad esse, nelle belle giornate, la catena alpina dominata dall'inconfondibile cima del Monviso. A salutare il visitatore "sulle fini di Revigliasco" è la graziosa cappelletta della Madonna della Grazie, simbolo di protezione e augurio di un felice proseguimento e di un gradito ritorno ... a Revigliasco.
 
I BRICCHI E LE CASCINE
A sinistra del fiume e della pianura, il territorio comunale si estende su tre propaggini collinari degradanti verso la valle del Tanaro e separate da due valli strette e profonde. Sulla collina di mezzo si trova il paese, sulle due laterali si trovano alcuni agglomerati abitativi minori posti lungo le strade che salgono rapidamente alla sommità delle colline e poi corrono sui loro crinali. La collina a sud ha il nome di Bricco Novara, la collina a nord di Bricco Salairolo. Queste località si possono raggiungere sia dalla strada provinciale del fondo valle, deviando ai rispettivi bivi, sia dal centro paese. Dal paese si raggiunge Bricco Novara prendendo Via Ripasso e si raggiunge bricco Salairolo attraverso Via San Sebastiano (che si diparte da Piazza Vittorio Veneto) e strada Arditi.
Dal punto di vista storico, su queste colline rimangono tracce - almeno toponomastiche - di antichi insediamenti scomparsi. Sul bricco Novara si trova un gruppo di case che porta l'interessante nome di "Castelletto", indizio probabile di una struttura militare posta a controllo dell'importante strada che passava nella zona. Al fondo della strada di Bricco Novara, nei pressi della cascina Teodoro e sui confini di Antignano e Celle si trovava un tempo il già ricordato Castiglione di Romano. Sulla collina di Salairolo, sotto la cascina Rivoira, si trovava invece l'antico e documentatissimo villaggio di Viano. Dopo l'abbandono degli antichi villaggi, però, la gente, a paltire dal Cinquecento, è in parte ritornata sulle colline dando origine a nuovi nuclei abitativi: "le cascine". Esse appaiono più diffuse sulla collina di Salairolo dove si sono formati i tradizionali nuclei di Boschiero, Doano, Manina, Rivoira. Rivoira si colloca sul punto piÙ alto del territorio comunale (279 m.).

Gli abitanti della collina di Salairolo, quasi a consacrare la rilevanza demografica raggiunta, nel 1898, edificarono la piccola cappella in mattoni a vista dedicata a Maria Ausiliatrice. La festa della cappella si celebra il 24 maggio. I Bricchi, le colline di Revigliasco non hanno l'aspetto delle zone dove prevale un'agricoltura specializzata; non sono le colline di una coltura ma delle colture. Le colline di Revigliasco ci presentano quindi un paesaggio vario dove a fianco del vigneto scorgiamo il noccioleto, il frutteto, ... il gerbido, il bosco.

IL FIUME, LA PIANURA
Non si può parlare di Revigliasco senza parlare del Tanaro, anche se oggi, dall'alto della collina, appare come una presenza facilmente ignorabile e poco evidente. Ma il Tanaro è il grande protagonista della valle. Sotto l'aspetto geologico, protagonista fin dalla metà dell'era quaternaria, quando le sue acque che prima si immettevano nel Po presso Carmagnola, irruppero verso est, incidendo un largo alveo e modellando i lineamenti del territorio, caratterizzandone gli aspetti essenziali. E poi protagonista storico, fino a pochi decenni fa, fattore importante della vita dei revigliaschesi. Revigliasco (di un tempo) e il Tanaro: rapporto fatto di amore e odio come certi rapporti destinati a incidere nella vita. Il fiume che periodicamente esonda, si sposta, corrode terreni creando infiniti problemi di diritti di proprietà e di relativa tassazione. Ma poi, normalmente, luogo di vita, luogo di vita sul fiume. Lo si attraversava sul traghetto di Belangero, le donne vi si recavano a lavare i panni, i carrettieri a fare provvista di sabbia per le costruzioni, e di ciottoli per i selciati. Poi c'erano i pescatori e, in estate i bagnanti... e chi andava a fare provvista di"gure" nei "gurej" per fare ceste e alimentari i conigli.
Anche se un po' dimenticato, il fiume continua a scorrere, sempre diverso e sempre uguale, non curante dei cambiamenti sociali e dei diversi modi di vivere degli uomini. Segno potente di una natura potente e senza tempo. Lo si può ammirare facilmente e molto bene a Premes, sui confini di Antignano dove, quando è in secca fa (o faceva) un leggero salto. Il toponimo, antichissimo, significa appunto cascatella, stillicidio. Ma, oltre il ricordo e gli aspetti naturalistici, non si può trascurare il fatto che il Tanaro e i terreni della pianura costituiscono la risorsa più rilevante per la comunità, sia per lo sfruttamento dei giacimenti di sabbia e ghiaia sia per la fertilità e valore dei terreni. In alcuni siti dismessi dalle cave, il Comune ha recentemente sistemato un'area attrezzata con laghetti per la pesca sportiva.

 

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